La Tenuta

STORIA E FILOSOFIA

Cinque generazioni, la cultura del Chianti e un Monastero del 1300, questi gli ingredienti chiave che fanno del vino e dei prodotti della Certosa di Pontignano un’eccellenza toscana, con saldi radici nel territorio. La famiglia Losi pone grande attenzione alla cura dei vigneti e degli oliveti che conosce molto bene perchè coltiva queste terre dal 1870 con passione e rispetto. Infatti, già Emilio Losi si occupava dei vigneti di proprietà del monastero già nel XIX° secolo come mezzadro e poi il figlio Tranquillo divenne proprietario nel XX° dei vigneti della frazione Pontignanello. Grazie ad una recente convenzione con l’Università degli Studi di Siena, proprietaria del monastero e dei terreni che la circondano, la famiglia Losi ora si occupa dei vigneti e oliveti all’interno dei bastioni.

IL MONASTERO

Fondato nel 1343 da Bindo di Falcone Petroni ebbe una vita intensa, danneggiato e saccheggiato durante le Guerre di Siena (1554-55) fu poi restaurato e riconsacrato agli inizi del ‘600. Alla fine del XVIII secolo, i certosini lasciano il monastero di Pontignano, come attesta un documento datato 16 luglio 1785, passato ora ai camaldolesi, i quali successivamente dovettero abbandonarlo a causa delle soppressioni napoleoniche.

Durante la prima e seconda guerra mondiale, Pontignano divenne rifugio per ebrei e perseguitati politici, nel 1959 tutto la struttura venne acquistata dall’Università di Siena, destinandola a residenza universitaria.

Oggi è una bellissima residenza d’epoca dove è possibile soggiornare.
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vigneti & oliveti

All’interno della cinta muraria, sono quattro gli ettari vitati e 800 le piante di Olivo. Una piccola superficie ma curata con grande attenzione, partendo dalle basse rese grazie all’alta densità di impianto (8000 ceppi per ettaro). 

Le uve qui coltivate sono il Sangiovese, per la maggior parte, e gli autoctoni Canaiolo, Colorino, e l’antica varietà Foglia Tonda.
Il tutto ha inizio da un sapiente lavoro in vigna, mirato a mantenere le viti in condizione di equilibrio con grande attenzione al suolo e le piante. Con l’intento di conservare le caratteristiche organolettiche degli acini d’uva, si procede in cantina, attraverso l’uso esclusivo di lieviti autoctoni durante le fermentazioni e l’invecchiamento in botti grandi di rovere francese.

Il ciclo di vita dell’olivo inizia con la sua sapiente potatura, per proseguire con concimazioni biologiche, fino alla raccolta in fine di Ottobre e la spremitura rigorosamente a freddo per esaltare i profumi tipici dell’olio toscano e preservare i polifenoli.
Le cultivar che qui si possono trovare sono in predominanza il Correggiolo, ma anche una piccola parte di Frantoiano, Leccino e Moraiolo.